5. Per quanto concerne i più rari cunicoli scavati per altri scopi, gli agricoltori dell'antico Lazio non ebbero certo difficoltà a rilevare quali possibilità offrisse la tecnica dei cunicoli nell'eliminazione di eccessi idrici e nella derivazione di corpi d'acqua. Come già detto, tali impieghi furono nettamente meno frequenti, non perché non fossero importanti, ma piuttosto perché, forse, non sentiti all'epoca come quello del reperimento di acqua buona da bere.
Un esempio alquanto particolare di cunicolo impegnato ad allontanare l'acqua in eccesso è quello della camera sepolcrale del tumulo Mengarelli nella necropoli etrusca di Cerveteri, 35 km a nord di Roma.
Il tumulo è un sepolcro ad inumazione composto da una o più camere coperte da una collinetta in terra che dà per l'appunto il nome all'edificio funebre. Il tumulo è isolato da un fossato circolare (fig. 27, 28).

Necropoli etrusca di Cerveteri, Roma.

Fig. 27 Pianta e sezione di un complesso di tumuli della necropoli etrusca di Cerveteri (A = tumulo detto del Colonnello; B = tumulo Mengarelli; D = fosso di guardia; C = cunicoli).

Cunicolo etrusco. Tumulo Mengarelli, Cerveteri, Roma.

Fig. 28 Cunicolo di drenaggio delle acque filtrate in una camera sepolcrale del tumulo Mengarelli nelle necropoli di Cerveteri (fig. 27). Notare come il cunicolo tagli il letto sepolcrale.

Nel VII sec. a.C. la tomba etrusca a tumulo assume un aspetto monumentale raggiungendo, alla base circolare scavata nel tufo, un diametro fino a 30 metri. Nelle camere sepolcrali si trovano i letti funebri spesso anch'essi ricavati nel nucleo tufaceo. In mancanza di drenaggio naturale, in una delle camere sepolcrali del tumulo Mengarelli, venne scavato un cunicolo che, innestato in uno dei vani in cui la camera è articolata, risulta stranamente tagliare uno dei letti costituendo cosi un valido termine ante quem (fig. 28). In un'altra camera sepolcrale dello stesso tumulo venne iniziato uno scavo di un secondo cunicolo, scavo interrotto dopo 1 metro per motivi che non è dato conoscere (fig. 30). Un altro cunicolo il cui imbocco è visibile su una delle pareti del fossato esterno (fig. 29), conserva tutt'ora la funzione di drenare le acque ruscellate dall'adiacente tumulo del Colonnello.

Cunicolo etrusco. Cerveteri, Roma.

Fig. 29 Cunicolo di drenaggio delle acque raccolte dal fosso di guardia del tumulo del Colonnello nella necropoli di Cerveteri. (fig. 27).

Cunicolo etrusco. Tumulo Mengarelli, Cerveteri, Roma. Laura Ravelli

Fig. 30 Di un secondo cunicolo fu iniziato lo scavo in una delle camere sepolcrali del tumulo Mengarelli nella necropoli di Cerveteri (fig.27), venendo poi interrotto per motivi che non si conoscono. La piccola Laura Ravelli , seduta su uno dei letti funebri, ride serenamente nella cupa atmosfera del sepolcro.

Un vero e proprio sistema di cunicoli è visibile in località Ponte Terra, 25 km ad est di Roma (figg. 31 e 32), lungo il rivo omonimo. Il corso d'acqua, molto incassato, risulta qui sbarrato da una diga in terra. L'acqua fu dapprima deviata in larghi tunnel scavati nel più resistente tufo delle spalle laterali, aggirando la diga in costruzione. Al presente, l'acqua defluisce a valle attraverso il tunnel dì destra, essendo quello di sinistra interrato ed a quota più alta del letto attuale. E' probabile che sbarrando i tunnel, sì ottenesse il sollevamento del livello delle acque a monte ed il loro ingresso nei numerosi cunicoli di derivazione tutt'ora visibili. Sulla diga passa l'antica strada che collega Tivoli a S. Vittorino. Sì tratta, per quanto si è detto, di un esempio dì derivazione di acque ad uso anche probabilmente diverso dal potabile; nel caso specifico l'uso poteva essere quello irriguo.

Diga di Ponte Terra. Vittorino, Roma.

Fig. 31 Complesso di cunicoli a Ponte Terra, nei pressi di Vittorino, 28 km ad est di Roma (A = affluente del fiume Aniene; E = diga antica in terra; D = tunnel by-pass; B = antica strada; C = cunicolo).

Diga di Ponte Terra. Vittorino, Roma.

Fig. 32 Diga di Ponte Terra vista da monte (fig. 31). L'acqua defluisce nel tunnel by-pass sulla destra.

Tenuto conto dei parametri di fabbisogno irriguo oggi ben conosciuti, è da supporre che una quantità d'acqua superiore a quella portata dai cunicoli filtranti del primo tipo fosse necessaria per fare una irrigazione su una scala estensiva. Da notare però che l'agricoltura pre-romana (e quella della Roma primitiva) era prevalentemente basata su cereali vernini, legumi, frutta (melo, pero), vite ed olivo, tutte colture cui era sufficiente il regime idrico naturale del luogo. Piccole portate potrebbero essere state utilizzate per dare continuità di raccolto ai foraggi nel corso dell'anno. L'irrigazione pare in ogni modo sia stata una pratica non diffusa in Italia prima del IV-III sec. a.C. prima cioè dell'inaridimento del clima (vedere Tavola sinottica).
Del tutto eccezionale è il caso di cunicoli estendentisi con continuità per diversi kilometri onde captare grandi quantità d'acqua. Un esempio interessante è dato dal cunicolo di Formello, lungo 4 km e terminante nei pressi della città etrusca di Veio (figg. 33 e 34). Non è dato conoscere con certezza la sua precisa funzione anche perché al suo sbocco non si trovano manufatti che possano suggerire una qualche interpretazione. E comunque probabile che il cunicolo sia stato scavato per rifornire di acqua potabile gli abitanti di Veio ed anche, forse, per irrigare.

Cunicolo di Formello, Roma (T. Del Pelo Pardi, V. Camuccini, B. De Rachewiltz

Fig. 33 Cunicolo di Formello, a nord della antica Veio. Due rami secondari (B e C) si innestano al cunicolo principale (A). Oggigiorno il solo cunicolo principale porta acqua nella stagione piovosa ed il suo fondo risulta abbassato per la erosione. I due rami secondari risultano franati poco prima del punto di confluenza. Da sinistra, Tommaso Del Pelo Pardi, Vincenzo Camuccini, Boris De Rachewiltz).

Cunicolo di Formello, Roma

Fig. 34 Cunicolo di Formello (fig.33) a valle del punto in cui, per una variazione della conformazione del fondo valle, il corso d'acqua si è immesso nel cunicolo attraverso un pozzo. Il fondo del cunicolo si è fortemente eroso ed abbassato, cosicché il cielo del cunicolo stesso rimane visibile sulla parte alta della cavità.

Un esempio di cunicolo di diversione di un corso di acqua è quello molto famoso e ancora visibile che porta l'acqua dal torrente Valchetta (l'antico Cremera) nel torrente Mordo, poco a nord del pianoro che ospitava l'abitato di Veio. Il cunicolo serviva con ogni probabilità per bilanciare la portata totale tra i due torrenti ad ovest ed a est della città.


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